Storia romana – Quando l’esercito romano marciava… a cura del prof. Giuseppe Papale

Una delle caratteristiche dell'esercito romano (ma anche di altre civiltà antiche) era la marcia.

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marcia. Essa consisteva nel percorrere tanti km a piedi (si parla di ben 20-35 km a piedi), con armi, viveri ed altro, sempre in allerta per eventuali agguati lungo il percorso. Questa, infatti, faceva parte dell’allenamento del soldato romano, sia in momenti di riposo sia durante spedizioni di guerra in inverno ed in estate, sempre equipaggiati di tutto per un tempo di cinque ore di marcia, ossia lo iustum iter, quando non c’era da combattere. Quando, per diversi motivi, bisognava percorrere più km rispetto a quelli ordinari, si parlava di magnum iter. Cesare, ad esempio, con marce forzate riusciva sempre a sbaragliare il nemico. Ovviamente c’erano delle criticità sulla celerità della marcia: innanzitutto le condizioni delle strade e dei sentieri, seguite dalle condizioni metereologiche, la pesantezza dei sarcina, ossia dei bagagli personali, che si aggirava sulle 60 libbre circa 20 kg) ma poteva aumentare in caso di bottino. La marcia era in colonna, con i carri e la cavalleria ai lati, in casi di pericolo c’era l’agmen quadratum, formazione quadrata e compatta dell’esercito. Il segreto però era anche nella caliga, la scarpa militare romana, di cui ho parlato in un altro articolo di The Notice.

Giuseppe Papale

Foto da Romano Impero.

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