Quando la disinformazione regna sovrana in Internet

Sarà che io sono all’antica maniera e che ho sempre preferito un saggio storico di chi ha studiato per anni un fenomeno rispetto alla voce cristallizzata e movibile di un’enciclopedia on line, fatto sta che ormai siamo iperdipendenti del sapere on line. E’ giusto? E’ verità sacrosanta quello che ci raccontano? E tutti gli svariati appassionati su tik tok, instagram e fb di cucina, arte, cultura e così via, che non dichiarano neanche se hanno un diploma oppure se hanno fatto un corso o è farina del loro sacco tutto ciò che ci propinano, sono davvero dei professionisti o solo dei ciarlatani che hanno capito a nostre spese il marketing? Quanto guadagnano? Non è bello vedere che casomai il mercato on line corre solo verso determinate azioni scenografiche, perchè fa audience, mentre la vera cultura è ridotta a biblioteche ammuffite.

Lancio una provocazione: perchè non si vede ad es. niente sul primo grande commediografo latino Plauto, educando tutti a non dimenticare la nostra cultura e a pubblicizzare quei gruppi teatrali che, con tanto sudore, mettono ancora in scena le sue commedie piuttosto tutti i video a sfondo sessuale, che dovrebbero far ridere, dove le donne vengono tirate dal letto per i piedi per fare sesso o quelli che danno le pacche sul didietro delle donne o le donne che prendono solo soldi dagli uomini in continuazione? C’è troppo sessismo, troppi messaggi chiaramente pro e contro donna e uomo. La cultura oggi è solo di nicchia, il vero sapere, che si fonda sul conoscere le fonti e le evoluzioni di un fenomeno, è diventato una chimera. Ah se non sapete che cos’è una chimera prendete un dizionario di mitologia, sarà più vero di una fonte incerta come quelle in internet.

Articolo a cura di Giuseppe Papale

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