PARTIRE DAL QUARTIERE -UNA PROPOSTA CONCRETA FATTA DALLA DOTT.SSA ANNA DE LUCA CONSULENTE PEDAGOGIATA E RIVOLTA AI CANDIDATI SINDACI DI CASERTA

Ci tengo a precisare che non sono una candidata e non miro a tale carica! Sono una consulente pedagogista e pubblico questo mio lavoro nella speranza che possa essere d’aiuto nel pensare per il ben-essere della comunità

QUARTIERE : SCINTILLA DI VITA!
Questo impegno si realizza in primo luogo promuovendo il benessere sociale e il senso di appartenenza alla comunità per la realizzazione di una serena e civile convivenza in una visione di città inclusiva, in cui tutte le persone abbiano le stesse opportunità, di capacità di fare, di realizzare i propri progetti di vita e diventare parte attiva della comunità senza venire discriminati per nessuna differenza (generi, generazioni, genti, redditi).

Prossimamente prodotti della tradizione siciliana

La bontà nasce dalle cose genuine

Ciò può contribuire anche a migliorare la vivibilità in tutte le zone della città che costituiscono i Quartieri, tenendo in particolare considerazione le loro diverse peculiarità, ricchezze e debolezze
Il Quartiere è il referente principale della cura della comunità e del territorio, sempre più protagonista della rigenerazione urbanistica e sociale; una trama virtuosa capace di creare una nuova coscienza dei luoghi, che vede il territorio come soggetto corale che ha radici nel proprio patrimonio storico e culturale, nella propria memoria, nei saperi e nelle esperienze collettive che indicano la direzione per una crescita sociale proiettata nel futuro. Condivisione, collaborazione, relazione rappresentano i nuovi elementi fondamentali della dimensione sociale ed economica della comunità; la promozione della salute, lo sviluppo e l’identità della persona, la promozione dei valori delle risorse sociali e della solidarietà all’interno e tra le generazioni passano attraverso le prassi di buon vicinato, l’economia di prossimità, le iniziative volte a favorire la mescolanza intergenerazionale e interculturale e la coesione sociale, il benessere e la convivialità. Questi fattori rappresentano un’ottica strategica e creativa per le nuove generazioni e trasversalmente come contrasto alla povertà educativa nelle sue molteplici sfaccettature.

Consigliamo la lettura di questo capolavoro editoriale

Questo progetto ha lo scopo di realizzare un processo di sviluppo partecipato che sia orientato a promuovere e favorire interventi educativi per il benessere dei minori e offrire azioni di supporto alle funzioni genitoriali degli adulti sia in termini pedagogici che materiali e punti di riferimento per le agenzie educative interessate.
Considerato che gli adolescenti e giovani sono insieme il presente e il futuro ed della nostra comunità, il Quartiere promuove e consolida percorsi di coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze, anche attraverso i centri culturali, i luoghi di aggregazione giovanile e produzione culturale (laboratori musicali, video, writing, teatro ecc.), le associazioni educative, culturali e sociali.
Tra gli obiettivi strategici rientrano 1)- quelli afferenti allo sviluppo e supporto alle fragilità educative e sociali e di azioni e interventi per adolescenti e preadolescenti in stretta sinergia con le Istituzioni scolastiche; 2)- creare per ogni quartiere un Piano adolescenti in modo da elaborare proposte ed orientare gli interventi nelle aree e negli ambiti in cui appare necessario intervenire con priorità; 3) creare laboratori che favoriscano l’apprendimento di mestieri per maschi e femmine , laddove vi è un alto tasso di abbandono scolastico dopo la scuola d’obbligo , con supporto di accompagnamento formativo pedagogico.;4) Tavolo adolescenti di Quartiere, che prevede il coinvolgimento delle scuole, dei centri educativi, dell’associazionismo e ampliamento alla partecipazione di società sportive, parrocchie e centri sociali, per costruire insieme una progettazione di opportunità con e per i giovani e adolescenti; 5) -Potenziare luoghi per lo sport in quanto l’attività motoria è un fattore importantissimo per il benessere dei giovanissimi; l’associazionismo sportivo può diventare sempre più coprotagonista delle politiche pubbliche legate alla salute, all’educazione, all’inclusione sociale, all’interculturalità, alle relazioni intergenerazionali.; 6) creare , in città un osservatorio sulla la povertà educativa.
Il quartiere deve essere costantemente aperto al rapporto con le altre realtà del territorio come processo formativo legato all’idea di una comunità educante e come recita un proverbio africano colmo di saggezza : “per crescere un bambino ci vuole un villaggio”

Dott.ssa De Luca Anna Consulente Pedagogista

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