Matthew e Michael Dickman: Fratello – recensione di Antonella Flauto

Matthew e Michael Dickman sono due poeti contemporanei considerati dal New York Times uno dei più importanti nuovi talenti americani. Due gemelli osannati dalla critica che raccolgono nella loro unica raccolta "Fratello" le loro voci potenti e limpide.

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Matthew scrive con l’incandescenza di Allen Ginsberg e Jack Kerouac, Michael possiede la grazia e la delicatezza di Emily Dickinson. A unirli in questo libro sono i versi che ciascuno ha deciso di scrivere in occasione della tragica scomparsa del loro amato fratello maggiore. Sono poesie struggenti che se da un lato racchiudono dolore e rassegnazione dall’altro rivendicano l’urgenza della vita e la sua forza espressiva.
West Hills👇

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West Hills
Il mio fratello maggiore è in cielo
sopra le West Hills, nuota
in una piscina, dietro una grande casa
costruita sul pendio di una collina
su pilastri perché non crolli
nel vialone sottostante. Costruita in quel modo
perché non salti via, non decida un bel giorno
che è finita, che non rimane niente, mentre
l’oscurità dei sempreverdi dà a tutto
un’aria di sgabuzzino e di mezzanotte.
Mio fratello supino, che guarda il cielo. È pieno
di cocaina e di Heineken. Non c’è modo di distinguerlo dal sole o dal cielo o dalle stelle splendenti che fa con le mani,
mentre l’acqua gli ricade dalle dita
nel corpo bagnato della piscina. Ogni volta
che vengo in macchina quassù,
tra le curve scure, mi domando qual è la casa,
qual è quella casa che è diventata una specie di vacanza del suo cuore, com’è il bagno, a chi apparteneva il flacone di Vicodin che si portava
tra la liscia pelle del fianco e l’elastico
del costume, se quella persona era una donna,
se era bella, se dopo lo trascinò, tutto bagnato,
oltre i mobili di cuoio, oltre gli specchi e i vasi cinesi che vomitavano lunghi petali d’argento, nella camera da letto e poi si inginocchiò
davanti al suo corpo che a quel punto era tutto elettricità e chimica, se gli prese i pantaloncini
dalla vita o dalle tasche, se sapeva che lui si stava già infilando lame nei polsi come infili lettere nelle buste o costruendo le piramidi delle pastiglie che lo avrebbero portato da Tutankhamon, che stava progettando il suo Nuovo Regno, se ascoltava il suo respiro tutta la notte o se conosceva il suo nome.

Matthew Dickman – Fratello
NOTA BIBLIOGRAFICA: Michael e Matthew Dickman – Fratello – La nave di Teseo editore, 2018, €17
A CURA DI ANTONELLA FLAUTO © RIPRODUZIONE RISERVATA

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