Edgar Lee Masters – Antologia di Spoon River . Lettura consigliata

Edgar Lee Masters nacque a Garnett il 23 agosto 1869. Nel 1878 muore il fratellino minore e l'anno successivo il suo miglior amico. Nel 1880 si trasferisce con la famiglia nel Maine dove frequenta la scuola superiore e pubblica i suoi primi articoli per il Chicago Daily News.

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News. Il clima culturale della città, il cimitero cittadino e il fiume Spoon saranno per lui fonte di ispirazione. L’ antologia di Spoon River è una raccolta di poesie in verso libero, pubblicata per la prima volta tra il 1914 e il 1915. I componimenti raccontano la vita di vari defunti, residenti nell’immaginario paesino di Spoon River, tutti sepolti nel cimitero locale. Ogni poesia è scritta sotto forma di racconto autobiografico post mortem, una sorta di epitaffio rivelatore dell’essenza profonda della vita dei loro autori. Edgar Lee Masters intendeva mostrare la nuda realtà di una cittadina rurale americana, scavando sotto l’apparenza delle sue quiete esistenze provinciali. Si venne così a creare un gigantesco affresco sociale che ha affascinato migliaia di lettori in tutto il mondo. Questa splendida e singolare opera giunse in Italia grazie a Cesare Pavese il quale ne propose la traduzione a Fernanda Pivano. Nel 1970 Fabrizio De André scelse nove poesie sulle quali scrisse testi e musica.
Sarah Brown👇

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Sarah Brown
Maurice, non piangere, non sono qui sotto il pino.
L’aria profumata della primavera
sussurra attraverso l’erba dolce,
le stelle scintillano, mentre la mia anima giace rapita nel Nirvana beato della luce eterna! Va’ dalla anima gentile di mio marito,
che medita su ciò che lui chiama la nostra colpa d’amore:
E digli che il mio amore per te, non meno che il mio amore per lui, hanno foggiato il mio destino – che attraverso la carne raggiunsi lo spirito e attraverso lo spirito, la pace. Non ci sono matrimoni in cielo,
ma c’è l’amore.
***
Francis Turner
Io non potevo correre né giocare
da ragazzo.
Quando divenni uomo, potei solo sorseggiare alla coppa, non bere
perché la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato.
Eppure giaccio qui
blandito da un segreto che solo Mary conosce:
c’è un giardino di acacie,
di alberi di catalpe, e di pergolati addolciti dalle viti
là in quel pomeriggio di giugno
al fianco di Mary
mentre la baciavo con l’anima sulle labbra,
questa d’improvviso prese il volo.

A CURA DI ANTONELLA FLAUTO
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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