IL COMITATO CASERTA GRIDA NO AL BIODIGESTORE ANAEROBICO “OVUNQUE” PRESENTA UNA RICHIESTA DI CONVERSIONE ALLA REGIONE CAMPANIA

SEGUI IL VIDEO - PRESENTAZIONE PROGETTO CONVERSIONE DIGESTORE ANAEROBICO CON COMPOSTIERE DI COMUNITA' Il nostro progetto per la comunità di Caserta - Compostiere di comunità - Abbiamo diviso Caserta in circa 30 zone ben definite, infatti avendo 22 frazioni è stato facile, 37.129mila abitanti dalle frazioni e 37.500mila abitanti per il centro città. Ogni zona ha una o due compostiere di varie grandezze in base al numero di abitanti. tutto eviterebbe quasi completamente il trasporto e quasi ogni cittadino avrebbe la possibilità di conferire personalmente trovandosi in prossimità ed inoltre l'esigenza si ferma ad 8400t, dato risultante dal MUD della Camera di commercio per quanto riguarda la forsu del comune di Caserta.

Nella mattinata di venerdì 19 novembre, Il comitato "Caserta grida no al Biodigestore anaerobico", ha presentato in Regione Campania le sue osservazioni e la richiesta di conversione del bio digestore anaerobico con un preliminare di progetto delle compostiere di comunità.

Richiesta di conversione
Un Digestore anaerobico, che non è un impianto di compostaggio e non si può definire tale, che serva quasi tutta la provincia di Caserta è necessario per risolvere il problema dei rifiuti umidi? NO, un Digestore di questa portata aumenta i rifiuti da smaltire, si perché da “rifiuti umidi” dopo il trattamento per produrre gas, questi diventano scarto e quindi “rifiuti pericolosi” e a questo punto bisogna chiedersi PERCHÉ, perché lo dobbiamo fare, perché lo vuole la Comunità Europea? Se così fosse, allora dobbiamo riciclare, recuperare, dobbiamo “chiudere” il ciclo dei rifiuti e cioè dobbiamo trasformare, da rifiuti a compost senza alcuno scarto, ed è solo ed unicamente con il processo aerobico e cioè con il compostaggio che possiamo ottenere una vera trasformazione in “fertilizzante”, perché tutto quello che esce da un digestore non sarà mai un “fertilizzante” ma sarà un “compost fuori specifica” da smaltire come scarto di lavorazione e non potrà mai essere recuperato in agricoltura; infatti negli obiettivi di Economia Circolare all’art. 11 bis della Direttiva 851/2018/CE UE il punto stabilisce che sono calcolabili negli obiettivi di Economia Circolare solo i rifiuti urbani biodegradabili che producano compost utilizzabile come materia riciclabile in agricoltura. Questo Digestore anaerobico da 40mila/t a Caserta avrebbe un impatto ambientale drammatico, sia per gli odori nauseabondi che invaderebbero l’intera città, sia perché un Digestore non risolve il problema “rifiuti” anzi lo aggrava. Un digestore anaerobico deve necessariamente essere acceso 24 ore su 24 per 365gg l’anno per cui a livello economico deve comprendere lo smaltimento di tantissimi rifiuti e quindi moltissimi comuni con transito veicolare elevatissimo. Un Digestore è economia lineare e non circolare, perchè non chiude il ciclo rifiuti poichè una volta usati per produrre gas questi diventano “rifiuti pericolosi” da smaltire, infatti il materiale di risulta non ha riutilizzo e quindi un Digestore non recupera materia ma produce combustibile e allo stesso tempo altro rifiuto denominato “Digestato” ossia “scarto di lavorazione” non conforme alla direttiva fertilizzanti naturali, quindi un compost fuori specifica che può e deve essere smaltito ma non recuperato in agricoltura in base al decreto 75/2010 “Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti, a norma dell’articolo 13 della legge 7 luglio 2009, n. 88”.

In un secondo momento ll digestato riavviato alla fase aerobica diventa sempre “compost fuori specifica” o “fertilizzante made in UE” PFC3 che in egual modo non è compatibile con la normativa “fertilizzanti naturali”, prevedendo anzi un maggiore apporto di metalli pesanti e elementi inquinanti persistenti. Il Digestore ovunque lo si faccia distrugge è ora di smetterla di parlare di delocalizzazione, Ponteselice, San Clemente o qualsiasi altro posto perché una comunità ne subirebbe soltanto gravi conseguenze visto l’inquinamento di colture anche su lunghe distanze. In base a studi fatti non vi è un posto nel comune di Caserta dove si possa realizzare un mostro inquinante di questo genere e noi aggiungiamo che non dovrebbero esserci posti al mondo dove gli interessi economici di pochi sovrastano la vita anche di un solo cittadino. Gli interessi oltre ad essere di chi gestisce l’affare, vengono dettati da interessi dettati da multinazionali senza scrupoli Edison, Eni, Snam etc Gli impianti di biogas, biometano e biomasse vengono sostenuti da oltre 10 anni a fondo perduto e incentivi erogati e gestiti dallo stato italiano. L’economia circolare deve esistere attraverso lo sviluppo di energia realmente rinnovabile e sostenibile, mentre invece nel PNRR è previsto un investimento di 1,9 Miliardi per lo “Sviluppo Biometano” attraverso la riconversione dei circa 2.000 impianti già esistenti di biogas alimentati da coltivazioni agricole dedicate e la costruzione di 600 nuovi impianti di produzione di biometano, tutto questo va in netto contrasto con i veri e saldi principi dell’economia circolare. Infatti nella direttiva 851/2018/CE si prevede che questo rifiuto sia avviato ad un processo di riutilizzo e riciclaggio tanto da chiudere il ciclo completamente (e sappiamo bene che questo attraverso un Digestore non avviene). Gli impianti sopravvivono grazie agli incentivi pagati da noi, 3 miliardi di euro all’anno che producono soltanto il 3% del prodotto totale, quindi possiamo dire che un impianto di digestione anaerobica non è previsto e non rientra negli obiettivi di economia circolare che invece privilegia la riduzione, il riutilizzo e il recupero di materia. Per questi motivi a gran voce chiediamo di “convertire l’impianto anaerobico con piccoli e medi impianti di “compostaggio aerobico”, che rientrano negli obiettivi dell’Economia Circolare producendo compost utilizzabile riciclabile in agricoltura, non inquinante e garantendo così la salvaguardia della nostra salute. E’ per tale motivo che chiediamo la riconversione dal progetto per la realizzazione di un Digestore anaerobico di 40mila t/annue nel Comune di Caserta in un progetto di piccoli e medi impianti e biocelle, “compostiere di comunità “assolutamente solo aerobiche che risolverebbe nella maniera più totalizzante, nel rispetto dell’ambiente e della salute di tutti i cittadini. Abbiamo predisposto uno studio preliminare, calato minuziosamente sul numero di abitanti presenti in ciascuna frazione della città, mediante l’utilizzo di macchine di dimensioni ridotte adatte al trattamento in loco delle frazioni organiche prodotte., riducendo, al minimo, il trasporto. Questo preliminare di progetto è disponibile a chiunque ne faccia richiesta e noi siamo ben disposti a spiegarne la fattibilità.

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