Tommaso d’Aquino ed Agostino d’Ippona tra ragione e fede – Jakin racconta

Tommaso d'Aquino ed Agostino d'Ippona sono i massimi esponenti della scolastica, ovvero della filosofia cristiana medioevale. Assieme formano i due grandi pilastri della dottrina cattolica, la patristica agostiniana è il pilastro platonico socratico, l'altro è quello di Tommaso ,il quale ha portato Aristotele nel mondo cristiano.

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Tommaso d’Aquino porta l’aristotelismo nella cristianità , come Agostino porta il platonismo, la filosofia cristiana, si sostiene sul pensiero agostiniano-platonico e quello tomisto-aristotelico,Tommaso ed Agostino , Aristotele e Platone sono i quattro influenzatori della chiesa cattolica.Tommaso nasce nella contea d’Aquino, attuale provincia di Frosinone,nel 1225 da nobile famiglia, la sua formazione culturale avviene al nuovo “Studium” generale di Napoli, univesità fondata da Federico II, poi a Parigi ed ancora dopo a Colonia, dove segue i corsi del grande filosofo cristiano Alberto Magno. Rientrato in Italia con un grande patrimonio cultuale,decide di tradurre Aristotele, andato perduto nella sfera cristiano latina, e recupeato agli inizi dell anno mille dal mondo musulmano, che lo aveva interpetato con chiare infusioni della cultura araba. Erano gli anni delle crociate, la chiesa cattolica in conflitto con il mondo arabo non poteva accettare un Aristotele islamizzato , quindi Tommaso reintepreta e ridiffonde le operere metafisiche e naturalistiche di Aristotele portandole nel cattolicesimo, mentre Agostino vi traghetterà Platone .Platone ed Aristotele i due filosofi che hanno sempre la risposta per tutto, o quantomeno la “loro” risposta per tutto, Platone ci parla della sua cosmogonia, ci parla di etica ,di politica e di arte.Aristotele parla di sostanza, di politica, di Dio, di scienza,di forme di governo ,di sillogismo. Tommaso ed Agostino difendono il mondo cattolico,attaccato da più parti, con Aristotele e Platone.
Secondo Aristotele la ragione permette di indagare la natura, secondo Tommaso d’Aquino la ragione permette di indagare la natura,ma non basta, per comprendere la natura, l’uomo deve usare anche la fede, deve usare la ragione supportata dalla fede . Fede e ragione vanno su due sentieri paralleli , i quali si influenzano vicendevolmente e giungono allo stesso punto, ad una stessa determinazione: la verità è una ed una sola, non c’è una verità che si raggiunge con la fede ed una verità che si raggiunge con la ragione. Dio è la verità e la verità è unica, la si può raggiungere percorrendo il sentiero della ragione, la si può raggiungere percorrendo il sentiero della fede ,non sono due sentieri che raggiungono due diverse mete ,tutti e due i sentieri conducono alla verità che è unica.

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La fede e la ragione si supportano a vicenda, la ragione deve essere al servizio della fede , la deve chiarificare ,deve essere utile alla fede mettendosi al suo servizio con umiltà, dimostrandone alcuni preamboli , deve provare a dimostrare l esistenza di Dio o quantomeno deve rendere più chiara l esistenza di Dio.Solo una pessima ragione penserà di essere superiore alla fede, di umiliarla e di prevaricarla. Se discutiamo sulla creazione, sul bene ed il male ,se discutiamo sulla trinità ,dobbiamo discutere con il logos non con il mito, con la supestizione o con il racconto ,e se c’è una questione logico razionale non l’affronteremo con la fede , ma con la ragione. A dimostrazione che la ragione è al servizio della fede Tommaso elabora le celeberrime “cinque vie”, ovvero le cinque dimostrazioni dell’esistenza di Dio ,sono dimostrazioni a posteriori, cioè partendo dalla natura, dal mondo, dal cosmo, per dimostrare l’esistenza di Dio. Sono l’inverso della prova ontologica di Anselmo d’Aosta( anche chi non crede ha un concetto di Dio, inteso come :” ciò di cui non si può pensare nulla di maggiore”) , ma viaggiano sul sentiero della prova ex gradu di Anselmo ( tutte le cose possiedono un massimo ed un minimo, Dio è il massimo di ogni cosa:somma bellezza, somma bontà , somma perfezione) . Le prove a posteriori partono dalla natura per arrivare a Dio, le prove a priori partono dall’essenza di Dio per arrivare all’esistenza di Dio. Da buon naturalista aristotelico, Tommaso, non è un sostenitore delle prove a priori, ma è un sostenitore delle prove a posteriori indagando la natura con la ragione .

Pima via,tutto in natura è regolamentato dal rapporto causa effetto , quindi da effetto in causa, da effetto in causa risaliamo ad una causa prima, che sia causa e che non sia effetto di nulla ma dalla quale tutto discende , qual è questa causa prima? E’ Dio.

La seconda via è quella ex gradu, come abbiamo già detto , in natura tutto procede per gradi, dove esiste un grado massimo assoluto, non superabile , il grado massimo di ogni grado massimo è Dio

terza via è quella ex motu , tutto ciò che si muove è mosso A è mosso da B B è mosso da C e così via ,ma affinchè tutto si muova, c’è bisogno di una causa che muove tutto senza muoversi , perchè se a sua volta si muove , dovremmo cercare chi la muove e si andrebbe avanti in un inspiegabile infinito . La causa prima che muove tutto senza muovesi,pechè eterno e quindi fuori dal tempo, la causa non causata è Dio, atto senza potenza ,forma senza materia , ma puramente spituale cioè Dio ( il motore immobile di Aristotele).

quarta prova è quella ex fine: ogni cosa avviene in proiezione di un fine , ma c’è un fine ultimo che non è tendente verso un altro fine , un fine oltre il quale non si può andare ,Dio è il fine ultimo a cui tutto tende, tutto il creato gira intorno a Dio che è il fine ultimo di ogni cosa.

Quinta prova ex contingenzia:il mondo è contingente poichè le cose hanno la possibilità di avvenire come di non avvenire , di contingenza in contingenza ,deve necessariamente esistere che sia quello che è senza poter essere diversamente da quello che è, l unico che non può essere qualcosa di diverso da ciò che è , è solo Dio dove la necessità di essere coincide con la volontà di essere.
quindi Dio è
1) La causa prima di ogni effetto
2) Il grado massimo di ogni grado
3) La causa prima che muove ogni cosa
4) Il fine ultimo a cui tutto tende
5) L’essere dove la necessità di essere coincide con la volontà di essere.

Jakin

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