“Oltre il Sipario” – Curiosità dentro ed oltre la scena A cura di Fausto Bellone

“MASCHERA & MASCHERE” – Nozioni di epidermide emotiva
Ogni giorno l’incipit è più o meno lo stesso: usciamo dalle nostre dimore ed iniziamo a guardarci attorno.

Consigliamo la lettura di questo avvincente libro

“MASCHERA & MASCHERE” – Nozioni di epidermide emotiva
Ogni giorno l’incipit è più o meno lo stesso: usciamo dalle nostre dimore ed iniziamo a guardarci attorno. Prima di farlo, magari incrociamo anche noi stessi in un angolo di specchio. Eccoci qui, tutti perfettamente allineati con le nostre maschere sempre lucide e pronte da essere sfoggiate a volte con vergogna, altre con orgoglio. Una vera e propria esigenza sociale, quella di indossare la maschera. Atta a garantire il nostro quotidiano e rassegnato ingresso sulla scena della società cui operiamo. Chi sono? Chi siamo? Riconoscere per riconoscersi, identificare per identificarsi. Il nostro volto, con tutte le particolarità ed i “tratti” che lo rendono “unico”, è la nostra personalissima maschera: oggetto atavico, antico quanto il mondo e che affonda le radici della sua genesi nell’alba dei tempi! Oggetto magico, tribale, a tratti anche macabro. La maschera è qui proposta come sinonimo di “possessione”, ossia il mezzo attraverso cui possiamo permettere a noi stessi di essere qualcosa che concretamente non siamo: base epidermica emotiva su cui un’anima differente possa affiancarsi e talvolta sostituirsi alla nostra. Cosa c’ è tra la maschera e la nostra anima? Propongo un “limbo” sospeso tra noi stessi e un “non essere”; una dimensione in cui poter vivere il buio ad occhi aperti pur avendoli chiusi. Da usare pertanto con cura! Non può esser sempre “carnevale”.

La maschera è talvolta strumento di necessità sociale. Dietro la maschera di ciascuno, si cela il proprio io, schermato da una parete sottile quanto spessa a seconda della distanza confidenziale che noi stessi creiamo: il “timore reciproco” di hobbesiana memoria, la previsione del male futuro. Maschera, maschere, mascheriamoci o mascher–anti? Contro qualcosa di tangibile, forse un “sono io”, senza empatica rassicurazione. Maschere e specchi, senza riflessi, ma con neutre espressioni da scrutare. Parole chiave, spunti di riflessione da maneggiare con cura
FAUSTO BELLONE

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