Il cervello il più enigmatico degli organi umani

Dal cervello, il più enigmatico degli organi umani, prendono vita il pensiero e la conoscenza. Fornisce ai muscoli l'impulso per attivarsi, coordina gli organi, ed è la sede di pensieri, emozioni e ricordi. In meno di un chilo e mezzo di materia hanno origine le nostre facoltà più perfezionate, come il linguaggio, la socialità e la capacità di reagire in modo appropriato a ciò che ci accade intorno.

Il cervello, insomma, è la nostra centrale di controllo e fa di noi ciò che siamo.Basti pensare che per definizione, la morte coincide con la cessazione di tutte le sue funzioni. Sottoposto a milioni di anni di evoluzione, il cervello ha raggiunto una complessità senza pari. Basti pensare che quello umano ospita 86 miliardi di cellule nervose suddivise in 10.000 tipi diversi, ciascuna delle quali comunica con migliaia di altri neuroni. Queste connessioni formano circuiti capaci di processare in un decimo di secondo stimoli estremamente complessi, attingendo a una mole di informazioni che è almeno 50.000 volte superiore a quella conservata nella British Library, la più grande biblioteca del mondo. Le eccellenti capacità della nostra mente nascono da un’attività incessante, fatta di impulsi elettrici e segnali chimici, alla quale destiniamo il 20% dell’energia che introduciamo con gli alimenti.

Il nostro cervello è formato dall’encefalo che riceve le L’individuazione delle funzioni svolte dalle varie zone si è avvalsa di tecniche di neuroimaging, che identificano le aree che si attivano mentre si esegue un compito. Oggi questi studi sono integrati da tecnologie estremamente sofisticate, che permettono di tracciare le connessioni fra le varie parti della corteccia e fra queste e il resto dell’encefalo. Queste informazioni, un po’ alla volta, ci stanno dando un’i assolvere a questo compito si avvale di una struttura a blocchi, che svolgono prevalentemente certe funzioni, ma che comunicano costantemente fra loro come gli strumenti di un’orchestra, capaci di suonare le melodie più diverse. Per esempio, semplificando un po’, il cervelletto, situato posteriormente, interviene nella coordinazione dei movimenti ma svolge anche altri ruoli. Mentre l’ipotalamo regola numerose attività involontarie, come il sonno e la veglia, la fame e la sete. Il sistema limbico è la sede delle emozioni più istintive, e l’ippocampo è il magazzino dei ricordi. Il talamo, infine, riceve gran parte degli stimoli provenienti dagli organi di senso e li invia alla corteccia, la parte più complessa ed evoluta dell’encefalo, che li elabora e li interpreta, pianificando una risposta coerente.

Nella corteccia i circuiti sono organizzati in colonne e ciascun neurone stabilisce connessioni con quelli che stanno sopra e sotto. Ogni colonna è influenzata da ciò che accade in quelle vicine e questo permette al cervello di rispondere in modo fine e flessibile…continua la lettura

QUANDO IL CERVELLO SI AMMALA. La complessità del cervello si riflette anche nella difficoltà di intervenire per curarlo. L’organo più importante del nostro corpo, infatti, è anche quello più inaccessibile, perché protetto dalle ossa del cranio, dalle meningi (tre membrane di rivestimento) e dalla barriera ematoencefalica. Quest’ultima, situata fra i vasi sanguigni e il tessuto nervoso, impedisce l’ingresso di molti agenti infettivi (non di tutti), di parecchie sostanze chimiche nocive, ma anche dei farmaci. A peggiorare il quadro c’è il fatto che il tessuto nervoso è anche quasi del tutto incapace di “curarsi” da sé. In altre parti del corpo le cellule si rigenerano. Nel cervello questo fenomeno è invece limitatissimo e riguarda soltanto poche aree. Così, se i neuroni si ammalano non c’è nulla che possa sostituirli.

È questo il motivo per cui a far paura sono soprattutto le lesioni nervose, che possono determinare danni permanenti, e le malattie che comportano la degenerazione progressiva dei neuroni, come il morbo di Alzheimer, quello di Parkinson o la sclerosi laterale amiotrofica. L’Alzheimer, in particolare, colpisce nel mondo 35 milioni di persone e la sua incidenza è in aumento, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione. La recente approvazione di un farmaco che rallenterebbe il declino cognitivo in questi malati ha suscitato dubbi e polemiche, in quanto a detta di molti l’efficacia del preparato sarebbe estremamente limitata (0,3 punti su una scala da 0 a 18), a fronte di costi elevati ed effetti collaterali rilevanti.

Prof. Fabio Salzano

Fonti: Focus.it

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