“Direzione Santiago – le emozioni di un Cavaliere” Decima Tappa Da Itero De La Vega a Calzadilla de La Cueza

Decima tappa - Da Itero De La Vega a Calzadilla de La Cueza
Il quotidiano online News & Social si arricchisce di un'ulteriore rubrica dal titolo : "Direzione Santiago - Le emozioni di un Cavaliere" curata da Vins Tramontano, pellegrino Commendatore dell'Ordine del Cammino di Santiago.
Vins Tramontano ci racconterà del suo cammino per raggiungere Santiago de Compostela (Spagna), vivremo questa sua esperienza attraverso le sue emozioni e la narrazione delle tappe

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Alle 06:00 ero già pronto a riprendere il cammino, ricordandomi quello che diceva mio nonno “Il mattino ha l’oro in bocca”, lui era contadino e sapeva che lavorare con il fresco rendeva di più.

Anch’io pensai che camminare prima che il sole si facesse caldo, poteva pesare meno. Mescolai la bustina di sali minerali nella bottiglia di acqua e la sorseggiai ogni tanto, la finii dopo circa due ore, mi fermai per una sosta, mangiai qualcosa e mi rifornii a sufficienza di acqua e cibo. Anche quel giorno il percorso non offriva ombra, era una nuova sfida, sapevo che era il tratto più lungo senza villaggi intermedi di tutto il Cammino Francese, diciassette chilometri eterni, camminando nel nulla, senza alberi, senza villaggi, senza fontane, senza ombra, solo una lunga linea retta.

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Camminai parallelamente al Canal de Castilla, raggiunsi una serie e instancabile di chiuse che permettevano alle imbarcazioni che trasportavano i cereali di attraversare un dislivello di oltre quattordici metri. Attraversai l’altro lato del canale ed entrai nella città di Frómista. Nel centro c’è la preziosa chiesa romanica di San Martin che meritava una visita. Attraversai alcuni paesini rurali che si somigliavano.

Questi paesini, poco più di un centro abitato, si sviluppavano su una linea, c’è un bar all’ingresso, a volte la chiesa e una zona di sosta all’uscita con alcuni alberi. Camminavo e pregavo, quale miglior modo per accompagnare il tempo in questo cammino, mi ritrovai a leggermi nel profondo e scoprire aspetti nuovi. C’è un posto, dove il cuore batte forte, dove rimaniamo senza fiato quando proviamo emozioni, dove sentiamo che il tempo si ferma, per farci godere le gioie della vita.

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Quel posto è dentro di noi e non invecchia mai, è il cuore. Verso le 18:00, impolverato mi avvicinavo lentamente a Calzadilla de la Cueza, un villaggio salvadoregno che a prima vista assomigliava all’ambientazione di un film western di Sergio Leoni, tanto che mentre le palle di sterpaglie spinte da un vento caldo, rotolano lungo le strade deserte della città, sentivo quasi le mitiche musiche. Al primo ostello mi assicurai un posto per la notte, mi rincuorò che fosse anche ristorante, avevo notato che non c’erano ristori in quel posto pazzesco
A letto, come tutte le sere del cammino, curai gli aspetti organizzativi della tappa del giorno dopo, cioè misi nella tasca laterale dello zaino i fogli delle informazioni e la cartina del percorso da fare. Tra le cose da fare scelsi alcune foto e le pubblicai sui social, sapendo che molte persone mi seguivano.

Vins Tramontano

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photo credit: Vins Tramontano

A seguire le foto della decima tappa

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