Un asterisco-omaggio all’artista Gerolamo Casertano.

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Ho conosciuto Gerolamo Casertano nei famosi Anni Ottanta, e ci si vedeva da Gaetano Ganzerli, giovane gallerista, prematuramente scomparso, e in tanti altri spazi artistici e luoghi di una Napoli effervescente, viva comunque.
Lo “Studio Ganzerli” proponeva un tris di artisti giovani all’Expo Arte di Bari, manifestazione che era all’apice delle fiere d’arte italiana.

Successivamente, l’Arte Fiera di Bologna ha preso il sopravvento e conquistato il primato sulla MIART, Arte Padova, ArtVerona, Arte Vicenza, Art Box di Capri, Pordenone Arte, … e etc. …
Ecco i nomi: Claudio Carrino, tuttora in attività, con un’ultima mostra presentata da Lorella Starita, se ben ricordo; Gerolamo Casertano (Napoli 1946-2016); Enea Mancino, sempre alla ricerca della migliore dimensione elettiva dell’astratto-geometrico.
Giovani e di belle promesse conquistavano l’attenzione nazionale dall’interesse dimostrato dalla “Galleria Spriano” di Omegna al critico Luigi Paolo Finizio sino all’adesione-guida per anni di Raffaele Formisano della Galleria d’Arte di “San Carlo” di Napoli, con ultima sede in Via Chiatamone.
Gerolamo Casertano, di cui presentiamo – a corredo – una sua opera, intitolata “KKKRST”, olio su tela, del 1999, allocato nel Salone del Direttore Sanitario dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, è stato un artista che ha lavorato con distacco e sazia tranquillità operativa.

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Le composizioni di Gerolamo Casertano ci trasportano in un immaginario astratto, musicalmente variato, con accenti segnici, forti ed evidenti, nonché coltivato da fisarmoniche di contrassegni e da una pluralità di interconnessioni giocose e scritture singolarissime, di risvolto elettrico e febbrile.
In una costellazione immaginativa si snodano teorie particolarissime di gemmazioni minute e filiazioni di aperture ovoidali, di fraseggi agiti e di congetture modulari espanse.
In un dispositivo di immediate evidenze, di calcolate abbreviazioni e di dinamiche logiche segniche tutto rimbalza per arrivare a un equilibrio cosmico e di caratteri per profilare un repertorio creato, giorno dopo giorno, quasi a dimensionare carature di polivalenti simboli, segni e segnacoli.
In una vertigine di respiro, consistente e insistita, Gerolamo Casertano pianificò e regolò stesure cadenzate, che lo ricordassero in maniera efficace.
Era riuscito, insomma, a qualificare una ricerca e una produzione.
Motivi esatti in formule certe e colori squillanti ripartiti in un dinamico piano ritmico, di cadenzato equilibrio, dettavano proiezioni ludiche partendo da un felice e corposo sentimento astratto-geometrico.

Maurizio Vitiello

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