SUGGERISCI UNA CURIOSITA’ – Conchiglie e onde marina

La conchiglia, simbolo legata all’acqua, nel tempo, ha richiamato spesso l’attenzione dell’arte e della letteratura.
Ne sono prova tante testimonianze pittoriche delle quali si citano alcune: un dipinto dell’antica Pompei; la “Nascita di Venere” di Botticelli; la “Cena di Emmaus” di Caravaggio.
Nella letteratura si ricorda una bella poesia di Salvatore Quasimodo, poeta del nostro Paese, premio Nobel nel 1959: “O conchiglia marina, figlia
della pietra e del mare biancheggiante,
tu meravigli la mente dei fanciulli”.
La conchiglia, parola derivante dal latino conchylium, cioè concavità, è un guscio duro e resistente, in genere di sostanza calcarea, di forma, grandezza e colori diversi.
Le conchiglie proteggono e racchiudono il corpo di animali marini molli, privi di scheletro: molluschi, brachiopoli, ostracodi.
Sono la loro “casa”, la loro “abitazione”.

Le conchiglie richiamano alla mente il paesaggio marino: la spiaggia, l’immensa distesa pianeggiante e ondulata delle acque del mare.
Ricordano la curiosità di ricercarle e il desiderio di avvicinarle a un orecchio per ascoltare…il mare.
Accostando una conchiglia all’orecchio si ha la sensazione di sentire il rumore del mare o, meglio, il rumore prodotto dalle onde marine.
Ricerche e studi in proposito hanno dimostrato, però, che non è proprio così.
In realtà, lo sbattere delle onde del mare contro la parete delle conchiglie, continuato nel tempo, provoca un suono che si propaga e si ripete generando l’illusione di sentire il mare anche quando si è lontani dallo stesso.
In pratica si tratta di illusione acustica o illusione sonora.
E’ un esempio del cosiddetto fenomeno di risonanza, prodotta dai corpi cavi e studiato da Hermann Von Helmholtz, scienziato, grande genio vissuto in Germania nel 1800.

Angela Mone

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