Le tessere ludiche di Bruno Donzelli

Ricordo che Bruno Donzelli – ripreso dal fotografo Carlo Riccio - è stato sempre schivo; nel lontano 1980 lo invitai a una diretta tv per il mio programma tv “Dimensione Arte”, che ebbe un fortissimo successo, essendo alternativo alla RAI e ad altre emittenti, e declinò l’invito.

Ho seguito tutte le sue evoluzioni con le varie produzioni piene di sorprese; scrissi anche una nota per la rivista trimestrale “Terzo Occhio”, edito da Bora di Bologna
L’artista napoletano, trasferitosi a Caserta da tanti anni, ha uno studio in cui accoglie gli “addetti ai lavori” e, amabilmente, conversa sull’attualità.
Ha esposto in tutt’Italia e all’estero con reali successi; ricordo una mostra alla Reggia di Caserta affollatissima – mai vista tanta gente a un’inaugurazione – .
Le sue citazioni, le sue orme, le sue evocazioni, le sue tessere memoriali, nonché i suoi richiami, tutti giocati nell’alveo di un linguaggio ludico e fortemente plastico, tratteggiano tutto il novecento e le avanguardie.
La sua pittura è una lettura, cadenzata sul “fil rouge” delle giuste reminiscenze sensibili.

Bruno Donzelli, tra i maggiori interpreti delle valenze delle avanguardie storiche e di tutti quegli artisti che hanno determinato avanzamenti nel campo delle arti visive contemporanee, è conosciuto e riconosciuto e vanta un forte credito.
L’artista continua a percorrere e a ripercorrere ricalcando le tracce dei maestri inserendo singolarissimi appunti, notazioni, contrassegni.
La sua pittura è facilmente distinguibile, merito di una “cifra”, che è di spirito indagatore.
E’, sicuramente, un “viaggiatore dell’anima” ed estensore delle molteplici identità che l’arte dettaglia e sigla nella conoscenza del mondo.
Nell’articolato panorama degli artisti è sicuro faro illustrativo, esclamativo, esplicativo e illuminante di un passato attendibile, storia di idee e di pensieri.

Maurizio Vitiello

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