Intervista al fotografo Flavio Gioia a cura di Maurizio Vitiello

Ecco una breve bio-scheda su Flavio Gioia (Napoli,1957):
Cinefilo e studioso di filosofia del cinema: filosofia del “non-immaginabile” in qualità di reale immagine del reale.

Clicca su immagine e visita la pagina facebook prepara con noi il tuo concorso in sede e online

Ha discreta conoscenza di tecnica di programmi di montaggio video e di modificazione fotografica.
Ha una buona conoscenza di ripresa cinematografica e fotografica.
Ha esperienza decennale in ambito fotografico nello specifico di fotografia di antiquariato, architettura e di mostre di pittura nonché di fotografia pubblicitaria.
Detiene esperienze in ambito locale di produzione e di post-produzione di programmi televisivi (Blu-notte e Miss Muretto).
E’ tra i primi in Italia a realizzare con mezzi propri un “book-trailer” su di un suo proprio testo di poesie (Il canto del mediterraneo).
A seguito e a conclusione della sua pluriennale esperienza come skipper ha pubblicato un opuscolo, edito da Intra Moenia, di ricette dal sapore Mediterraneo dedicato agli appassionati velisti (Il vento in pentola).

E’ molto versato nel campo della filosofia – ha in preparazione un libro – e coniuga la sua ricerca per immagini con scelte molto ponderate, che sfiorano i linguaggi metafisici.
Riesce nel controllare luoghi, da quelli d’archeologia industriale a quelli paesaggistici, ma consumati dal tempo, a introdurre flessibili corpi inanimati per rendere diversità compositive allarmate o differenze intriganti.
La resa fotografica delle sue elaborazioni e delle produzioni fotografiche promuove un’analisi del contesto e avvalora una “firma” elegante di sentimenti.
Elementi corporei inseriti nella scena assicurano un valore aggiunto e una lettura che va ben oltre il tempo e lo spazio.
Certamente, Flavio Gioia intende modificare la percezione e da univoca la porta a multipla e differenziata scenografia ambientale.
Gli elementi caricano di senso il luogo e lo dettagliano in un prisma di virtualità compositive.
Senza dubbio, la carica intellettuale e filosofica permea una nuova immagine, un nuovo assetto, una nuova formulazione estetica.
Ciò che inserisce dialoga col luogo e nel rispetto dell’ambiente sottolinea differenti, possibili, potenziali letture di caratura e carattere.
L’ampio ventaglio delle soluzioni che propone stabilisce una nuova frontiera immaginativa e una nuova sequenza visiva, tese a far riflettere sul passato, sul presente e su un arco prossimo del futuro.

Clicca su immagine e visita la pagina facebook

D – Quando è iniziata la voglia di affrontare l’ambiente fotografico-artistico napoletano e quando la voglia di “produrre fotografia”?
R – La “voglia” prima che per la fotografia l’ho sempre avuta per la immagine in genere.
Che si trattasse di cinema, pittura o fotografia l’immagine mi ha sempre calamitato nel suo perimetro figurativo e iconologico.
“Fotografare” è sempre stata, dapprima, una mia esigenza ontologica, che, poi, si è incanalata in ambito squisitamente tecnico-fotografico.
Per me produrre fotografia non è dissimile dal produrre pensiero.
Un pensiero iconoclasta richiede una immagine che sia attinente ad esso pensiero. “Fotografare la realtà” non si ferma a una procedura meccanica, ma riceve il suo stimolo creativo in ambito squisitamente speculativo-metafisico.

D – Mi puoi indicare i fotografi bravi che hai conosciuto nell’ambito della regione campana.
R – Non voglio fare torto a nessuno e, quindi, non darò nomi particolari.
Invece, vi parlerò della mia giovane frequentazione con il pittore Emilio Notte.
Uomo del quale ho frequentato la casa e con il quale ho trascorso estati di vacanza indimenticabili.
Un genio che mi ha insegnato a “vedere” indipendentemente dallo stile o dal mezzo utilizzato.

… Continua la lettura 👇

Clicca su immagine e visita pagina facebook

D – Quali piste e tracce di maestri della fotografia di livello internazionale hai seguito?
R – I fotografi del cinema sono stati i miei più grandi maestri.
Per me un set cinematografico è trasferibile anche come set fotografico.

D – Puoi definire i temi che hai trattato in fotografia, tra ieri e oggi?
R – Una fotografia metafisica ha dato impronta al mio modo di fotografare la realtà, anche quando ero attratto dal “vedutismo” di stampo mediterraneo.
Oggi, percorro il tema del “Postesistenzialismo”.
Tale è una “parola” chiaramente filosofica prestata alle arti visive contemporanee e all’arte fotografica.
Ma spiegare cosa intendo per “Postesistenzialismo” richiederebbe un’intervista interamente dedicata ad esso.
Oggi, mi muovo nella mia “semiotica metafisica itinerante”.
Un bagaglio segnico non invasivo, che si va a collocare nelle varie realtà dove richiesto.

D – Quanti “addetti ai lavori” ti seguono come fotografo-artista e se da tempo?
R – Oggi, c’è bisogno di persone “multitasking”.
I nuovi mass media impongono una specificità che il solo artista non può seguire.
Dal tecnico-collaboratore nel momento della “ripresa” fino al pianificatore di progettualità a breve, medio e lungo termine.
C’è bisogno di una sinergia professionale di non poco conto.

D – Quali linee operative pensi di tracciare nell’immediato futuro nel campo della fotografia di ricerca?
R – Insistere con il già citato “Postesistenzialismo”.
Un utilizzo di “bagaglio semiotico itinerante”.
Vorrei dire poco per stimolare il lettore nel visitarmi nei siti qualificati.
Interessarmi a installazioni non invasive, ma pregnanti grazie alle quali far emergere, mettere a nudo quella metafisicità che si cela dietro a ogni fisicità.

D – Hai mai pensato di metter su una rassegna estesa di fotografi nazionali collimanti con la tua ultima produzione?
R – Sarebbe per me motivo di orgoglio poter interagire tra singolarità creative, ma come dicevo una tale realizzazione richiede la partecipazione di varie professionalità del settore.

Maurizio Vitiello

per conoscere gli autori di News & Social clicca qui http://newsesocial.it/autori/

Related Posts

Lascia un commento