IL 25 APRILE, una ricorrenza verso l’oblio?

Non è una domanda oziosa alla quale viene data una risposta ovvia, il 25 Aprile è una celebrazione che già da qualche anno sta attraversando una fase di crisi.

Ormai non c è quasi più nessuno di quelli che hanno conosciuto sulla loro pelle cosa significasse vivere quegli eventi, quegli anni, quella guerra. Oggi viviamo in un mondo diverso, viviamo un epoca satura di preoccupazioni con un futuro carico carico di incognite e di incertezze, se non di paure. Diventa quindi comprensibile come certi fatti ormai lontani nel tempo non hanno più un gran valore nell”animo dell uomo contemporaneo. Forse un giorno non molto lontano, il 25 Aprile verrà ricordato come il risorgimento, solo ed esclusivamente un evento storico di cui si parla nei libri, ma senza alcuna attenzione per la condivisione del mondo di quegli uomini, di quelle donne, che vissero quegli anni, relegandoli a degli anonimi Carneade di Manzoniana memoria. Nomi scritti sulle lapidi, sui libri di storia, ma ignorati e tante volte stigmatizzati .

Coloro ,che hanno dato la vita per un ideale di cui noi siamo i beneficiari, cadono nell’indifferenza di persone che vivono il proprio tempo con le loro paure , persone che non biasimo, perché il nostro tempo è tanto caotico da non consentire la memoria di un passato prossimo, facendo perdere quella bussola essenziale, utile a capire il presente, affinché non si tema fortemente il futuro. Un 25 Aprile da ricordare agli indifferenti, a chi forse per un rigurgito nostalgico scaturito dal chiacchiericcio dei social, pensa che quanto accadeva in quegli anni, con quel regime non era poi il peggiore dei mali. Un 25 Aprile da ricordare, a chi pensa che un’altro regime con colori completamente diversi da quello passato, dove alla fine i contenuti sono gli stessi , potrebbe essere la risoluzione di tutti i problemi. Vogliamo celebrare il 25 Aprile facendone memoria, ed apprezzandolo, ricordando ai nostalgici, agli indifferenti, un 25 Aprile che ha liberato l’Italia dal persistere di chi è stato fautore delle leggi razziali e delle camere a gas.

Jakin

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