“Direzione Santiago – le emozioni di un Cavaliere” Nona tappa: Da Burgos a Itero De La Vega

Nona tappa: Da Burgos a Itero De La Vega
Il quotidiano online News & Social si arricchisce di un'ulteriore rubrica dal titolo : "Direzione Santiago - Le emozioni di un Cavaliere" curata da Vins Tramontano, pellegrino Commendatore dell'Ordine del Cammino di Santiago.
Vins Tramontano ci racconterà del suo cammino per raggiungere Santiago de Compostela (Spagna), vivremo questa sua esperienza attraverso le sue emozioni e la narrazione delle tappe

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Nona tappa – Da Burgos a Itero De La Vega

Alle prime luci dell’alba della nona tappa, iniziai il cammino per le strade di una Burgos vuota, mi soffermai a fare qualche foto alla maestosa cattedrale, che a quell’ora sembrava ancora più  bella, non a caso è una tra le chiese più belle di tutta la Spagna e uno degli esempi più rap-presentativi di gotico spagnolo.

Risaltavano le indicazioni del cammino in tutte i crocevia, mi ritrovai fuori Burgos senza un che minimo disagio. Verso le 9:30, cioè dopo circa tre ore di cammino, decisi di fare una decina di minuti di pausa, solitamente la faccio ogni due ore, così da far riposare i piedi e la schiena, sono i dettagli che curo per dare la giusta continuità al mio ritmo. Intendevo iniziare le Mesetas con il giusto piglio, avevo sentito parlare tanto di questo altopiano, rispetto per un tratto del cammino, dove l’importanza della pazienza e del silenzio sono importanti.

E’ l’ora delle Mesetas, lunghi rettilinei a più di ottocento metri di altezza, con i suoi pro e i suoi contro, a Rabé de las Calzadas iniziai ad addentrarmi, attrezzato e con abbondanti riserve alimentari e idriche. Sentivo che gli altipiani sarebbero stati una bella sfida. Mi emozionava quasi la visione di immensi campi di grano, nonostante l’ora di punta, udivo in lontananza il battito frenetico di un trattore e il rombo cupo della trebbiatrice.

Cammina cammina, sotto il cappello non avvertivo il sole pungente, addirittura percepivo quel senso di fresco dato dal caldo secco, la vista sul cammino si allargava e data la vastità, riuscivo a seguire il profilo del sentiero alla ricerca di altri pellegrini, che non vedevo. Non mi feci condizionare dal tempo, mi lasciavo guidare dal percorso, conoscevo le mie capacità, il mio andamento mi avrebbe portare al pros-simo pueblo in tre ore, intanto mi godevo la solitudine e pensavo che il cammino dà tanto a chi ha il cuore aperto anche nel deserto. La preghiera mi teneva compagnia, la sentivo profonda, pensavo ai tanti amici che alla mia partenza per questa esperienza, mi avevano salutato con un “Prega anche per me”.

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“Prega per me”: Prega per me è “aiutami Signore” 👇

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“Prega per me”: Prega per me è “aiutami Signore”

poco importa chi prega,
la certezza è contare su di Lui.

Una preghiera, come un regalo
con il cuore si dona,
a chi la chiede,
a chi ha bisogno.

Pregare
è un gesto profondo,
un insieme, tra amore e gioia interiore,
è chiedere la misericordia del Signore.

Donare una preghiera
solleva lo spirito,
anche il corpo si dispone
al cammino terreno,
con pace e serenità.

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Ogni tanto sorseggiavo un po’ d’acqua, intanto diventata calda, da Burgos aggiunsi un’altra bottiglia alle due che solitamente portavo nello zaino. La mia teoria era che l’ultima bottiglietta l’avrei usata solo in casi estremi, una sorte di riserva per la spia rossa, che a dire il vero non ho mai utilizzato. Verso le 18:30, dopo 55 km arrivai a Itero de la Vega, soddisfatto della tappa mi fermai al primo albergue, l’hospitalero mi indicò la stanza in un appartamento tutto per me. La solita doccia calda di fine giornata, che mi rilassava, intanto la moglie dell’hospitalero aveva preparato la cena: un caldo gallego, il baccalà al pomodoro, e quando mi chiese: “Il vino tinto o blanco?” Io che non bevo il vino gli dissi: “tinto”. Avevo tanta sete, dovevo compensare la disidratazione della giornata, ne bevvi quasi metà bottiglia, ma una intera di acqua. La solita passeggiata-defaticamento, per conciliare il sonno. Al centro del villaggio “deserto” mi attirò l’Iglesia De San Juan con il campanile occupato da un nido di cicogne, originali nel loro richiamo
Feci almeno due giri nel paesello, e penso di aver conosciuto quasi tutti i suoi abitanti che a quell’ora (22:00) godevano il fresco seduti davanti casa. Mi intrattenni anche con alcuni di loro, ma ahimè li dovetti lasciare per andare a riposare.

Vins Tramontano

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photo credit: Vins Tramontano

A seguire foto della nona tappa

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