Dieta del piatto unico e dissociata a confronto – La Dott.ssa Feola consiglia

Dieta del piatto unico e dissociata a confronto
Scopriamo come funzionano, benefici e principali controindicazioni
La dieta del piatto unico: ecco di cosa si tratta 😀

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La dieta del piatto unico: ecco di cosa si tratta
La dieta del piatto unico propone un regime alimentare equilibrato e si basa sull’assunzione di un pasto in un piatto unico per l’appunto, sia a pranzo che a cena. E’ una dieta leggera, sana e facile da seguire. E’ stata ideata da nutrizionisti della Harward School of Public Health per favorire un dimagrimento rapido ma senza conseguenze per l’organismo.
Come funziona
Si basa sull’assunzione di un piatto unico che racchiuda in se’ nutrienti quali carboidrati, proteine. fibre, pochi grassi “buoni”. Questi nutrienti vanno ben bilanciati in modo che conferiscano sazietà ma anche appetibilità e soddisfazione. Inoltre consente al metabolismo di funzionare bene favorendo anche la perdita di peso. Non occorre pesare nulla, tutto deve entrare nel piatto con moderazione. La giornata alimentare e’ divisa in tre pasti e due spuntini per un totale di circa 1000 Kcal/die.

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Come si compone il piatto unico
Per la colazione è consigliata una tazza di tè verde (per stimolare il metabolismo) e uno yogurt con aggiunta di frutti rossi per esempio, per drenare i liquidi.
Il piatto a pranzo e cena deve essere composto dividendolo in quattro parti seguendo lo schema: -meta’ cereali integrali (come pane, pasta, riso o farro, orzo, miglio etc) e proteine (a rotazione legumi, carni bianche, pesce, uova, formaggi freschi);
-meta’ frutta e verdura di stagione (le patate in questo caso non contano come verdura!). Appendere una copia dell’infografia in cucina come promemoria è utile a creare pasti equilibrati. Per gli spuntini sono consigliati frutta secca, centrifughe di frutta/verdura o estratti. E’ importante associare a questo tipo di dieta l’assunzione di 2 litri di acqua al giorno e l’attivita’ fisica quotidiana moderata. Da limitare la porzione di latte/latticini a una o massimo due porzioni al giorno.
Menu tipo giornaliero come esempio di dieta del piatto unico

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-Colazione
Tè verde e yogurt bianco (con possibile aggiunta di frutta per es. frutti rossi). -Spuntino della mattina
Centrifuga di cetriolo e lime (è possibile aggiungere spezie a piacere come lo zenzero). -Pranzo
Pasta o riso integrale con legumi, una porzione di verdura e una di frutta a scelta (es. zucchine, kiwi).
-Spuntino del pomeriggio
Frutta secca come una manciata di noci o mandorle o nocciole.
-Cena
Insalata di pollo, pane integrale, una porzione di verdura e frutta a scelta (es. rucola, mela annurca).
Cosa evitare di inserire nel piatto della salute
• Farine raffinate
• Salumi
• Carne rossa
• Dolciumi
• Alcool
• Bevande zuccherate
Controindicazioni della dieta del piatto unico
Trattandosi di una dieta ipocalorico va seguita a breve termine. Aumentando le calorie (meglio essere seguiti da uno specialista del settore definendole in base a eta’, sesso, costituzione, patologie) puo’ essere una sana alimentazione quotidiana.
Puo’ favorire un effetto yo-yo: interrotto questo regime alimentare è possibile riprendere in tempi rapidi i chili persi se non si continua a seguire una dieta sana e bilanciata.
La dieta dissociata: di cosa si tratta
E’ stata scritta per la prima volta nel 1931 dal Dott. W.H. Hay. E’ ancora oggi un regime alimentare molto diffuso. Si basa su regole molto rigide che proibiscono l’associazione di alcuni cibi in un pasto o nella stessa giornata come per esempio carboidrati e proteine e frutti acidi contemporaneamente, o attendere diverse ore tra un pasto e l’altro. Carboidrati, proteine e grassi vanno assunti quindi, secondo questa dieta, in modo dissociato. Le proteine vanno assunte di sera.

La bontà nasce dalle cose genuine

Cosa dice la scienza riguardo la dieta dissociata
Un organismo sano è perfettamente in grado di digerire e assimilare tutti i nutrienti, anche se assunti contemporaneamente, purche’ in quantità controllate. La chiave dell’effetto dimagrante di questo tipo di dieta è infatti la limitazione dell’assunzione di nutrienti.
Alcuni studi scientifici dimostrano che limitare la liberta’ di scelta dei cibi ad alta densità calorica promuove la perdita di peso. Non esistono evidenze scientifiche a supporto della dieta dissociata, né’ sui benefici della salute, ne’ sui benefici della perdita di peso. Tra i benefici della dieta dissociata troviamo la riduzione dei processi fermentativi intestinali soprattutto nei soggetti predisposti, il miglioramento della digestione, la perdita di peso solo nella versione ipocalorica.
Cibi concessi e vietati nella dieta dissociata
E’ previsto un ampio uso di verdura, di frutta solo lontano dai pasti, un moderato uso di cereali integrali, una riduzione drastica di grassi, dolci, cereali raffinati e alcolici. Sono concesse tutte le fonti proteiche non combinate tra loro nello stesso pasto.
Esempio pratico di dieta dissociata
Colazione: latte parzialmente scremato o yogurt magro con caffè o tè. Un piccolo frutto. Spuntino: frutta o verdura fresca o spremuta di agrumi.
Pranzo: pasta o cereali integrali (orzo, farro, quinoa, riso) e verdure.
Merenda: frutta fresca a scelta (di stagione)
Cena: carne magra o pesce o uova o formaggi magri o legumi e verdure.
I possibili rischi per la salute
La dieta dissociata protratta per tempi prolungati non è consigliata. Non è adatta ai diabetici. Non è adatta ai bambini e alle donne in gravidanza, durante la menopausa e l’eta’ senile. Gli eccessi proteici gravano sulla funzionalità renale ed epatica. Inoltre si potrebbe andare incontro a squilibri nutrizionali per inadeguata assunzione di nutrienti.
dott.ssa Caterina Feola

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Fonti
-GreenMe. F. Biagioli 1-12-2018
-D.ssa. A.De Luca.Viversano.net.Alimentazione.Dieta e salute.7-11-2021.
[1] Raynor HA, Jeffery RW, Phelan S, Hill JO, Wing RR. Amount of food group variety consumed in the diet and long-term weight loss maintenance. Obes Res. 2005 May;13(5):883-90. doi: 10.1038/ oby.2005.102. PMID: 15919842. [2]
-Allon N. Friedman. “High-protein diets: Potential effects on the kidney in renal health and disease”, American Journal of Kidney Diseases. https://doi.org/10.1053/j.ajkd.2004.08.020.

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