CERCASI DISPERATAMENTE PACCHI DI SOGNI DISPERSI

Nella mia città arrivano tanti pacchi di generi alimentari per le famiglie bisognose , specialmente in questo periodo della pandemia dove la povertà materiale si allarga sempre più.

Grazie a questi pacchi e all’aiuto di numerose associazioni esistenti sul territorio che tante famiglie hanno un piatto pieno a tavola , ma poi ascoltando queste storie ti rendi conto che riescono solo a sopravvivere ,dove i loro sogni sono dispersi nei numerosissimi vicoli dell’ indifferenza , dell’apatia , dell’individualismo o in altri luoghi deputati al bene comune o alla realizzazione dell’essere umano ma, infettati , purtroppo , da quella patologia che si chiama “ ma a me che mi importa, l’importante è il mio scranno”.
Sogni dispersi , dunque, di tutte queste famiglie ma a pagarne un prezzo alto sono loro : i giovanissimi – hanno le ali spezzate del futuro . Non so se molti di voi lo sanno ma la povertà economica è strettamente collegata alla povertà educativa .

La povertà economica si riverbera sull’educazione dei bambini in aspetti pratici: non poter acquistare quaderni e libri, vivere in una casa troppo piccola e non avere quindi uno spazio dedicato allo studio o perché semplicemente devono contribuire al sostegno economico della famiglia , e da qui l’abbandono della scuola . Oltre alla povertà del reddito vi è quella dell’ambiente circostante che determina la povertà educativa minorile . Si tenga presente che l’apprendimento non avviene solo a Scuola, ma dappertutto. Si apprende per strada, in una biblioteca di quartiere, perché vai a teatro e al cinema, perché suoni uno strumento musicale, perché frequenti un luogo di aggregazione giovanile, ecc. Quartieri infrastrutturati da occasioni di apprendimento e ben organizzati cambiano la vita quanto una Scuola buona.
E da qui nasce l’esigenza di trovare pacchi di sogni per le nuove generazioni.. Il cercare è un dovere morale di una comunità che accoglie come idea fondante il bene comune per la realizzazione dell’individuo e pertanto si determina in primis come comunità educante . Solo rimettendo l’oggetto dell’educazione al centro della società si possono intravedere degli spiragli di futuro . Solo praticando un’educazione che sceglie da che parte stare , che assume il valore della persona , con una opzione preferenziale per gli ultimi, per chi fatica maggiormente , come centro dei pensieri e delle azioni sarà possibile riorganizzare la società intera attorno a tensioni umane. Mi auguro che nella mia città ci sia la volontà di far pervenire tantissimi pacchi di sogni . Tutti abbiamo il diritto di vivere e il futuro che sogniamo di costruirci.
Anna de luca

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