Ballottaggio a Caserta: alcune considerazioni

Il risultato della prima tornata elettorale era più che scontato. Tutti, candidati sindaci, coordinatori di liste, candidati consiglieri e migliaia di cittadini ipotizzavano il ballottaggio. Certo che Marino andasse al ballottaggio era più che sicuro. L’unico dubbio era il contendente.

Una vera delizia

Si pensi che negli ultimi giorni si propagava a dismisura la notizia di un sondaggio che vedeva crescere Del Gaudio e scendere Zinzi. Alla fine la previsione di questo sondaggio non ha retto – e viene da chiedersi: era reale? Era stato elaborato secondo i crismi statistici? – e Zinzi si è preso il secondo posto.

I dati reali, seppur soggetti ad eventuali aggiustamenti, che, però, non vanno ad incidere più di tanto sul dato complessivo, ci dicono che Marino ha raggiunto il 38,24% con una differenza negativa di circa il 4% rispetto ai voti totalizzati dalle liste della sua coalizione. Zinzi ha raggiunto il 30,07 con una quasi impercettibile differenza a suo favore rispetto alla coalizione dell’0,16%. Chi, invece, ha avuto una supremazia elettoralistica rispetto alle liste di coalizione sono stati Del Gaudio col 2,55%, pari cioè a 1019 voti personali in più, Vignola col saldo positivo dell’1,58%, pari a 636 voti in più, e Giovine col saldo positivo del 2,38%, pari a 940 voti in più.

Il dato di Carlo Marino è più che comprensibile, atteso che tutti gli altri candidati a sindaco gli davano la caccia e lui era solo a difendersi, vale a dire era l’unico a mettere già in conto di dover perdere qualcosa rispetto alle preferenze espresse per i candidati delle liste di appartenenza. Comunque va da sé che Marino, pur prendendo tutti i voti espressi a favore della sua coalizione, non avrebbe evitato il ballottaggio.

È ipotizzabile che il voto disgiunto sia andato a beneficiare solo Pio Del Gaudio, Romolo Vignola e Raffaele Giovine, perché chi ha espresso il proprio voto in tal senso ha voluto manifestare la propria scelta politica contro un’eventuale conquista del capoluogo di Terra di Lavoro contrassegnato da una certa ben determinata memoria storico-culturale, come la Reggia, Vanvitelli, i Borbone, insomma il patrimonio ideale e culturale che non va assolutamente dismesso o messo a disposizione di chi vuole spianare la strada a favore di istanze leghiste, seppur non tanto esplicitate con l’uso di motti e simboli propri di chi fa parte del Carroccio e si abbevera alle fonti del Po, essendo ancora viva la Battaglia del Volturno del 1860… continua la lettura

In sede tanti modelli della nuova collezione

Si può leggere nel voto disgiunto a favore dei tre candidati sindaci Del Gaudio, Vignola e Giovine una sorta di paura nei confronti degli avamposti della Lega e proprio per questo l’elettore ha voluto calcare un po’ la mano dando la preferenza a dei candidati sindaci spostati più a sinistra, come Vignola e Giovine, e nel contempo a Del Gaudio, sindaco di centro-destra con liste sciolte da eventuali legami con questa area. È una vera e propria chiamata alle armi del corpo elettorale che vuole allontanare da sé il pericolo che viene dal nord, di un corpo elettorale che non vuole e non deve ammettere invasioni politiche, proprio perché conscio dello strapotere della classe politica e dirigente del settentrione d’Italia.

A volte certi ballottaggi non sono una lotta di un candidato a sindaco contro un altro candidato a sindaco, ma la difesa dei propri principi e del proprio territorio contro le ingerenze di chi non ha mai cambiato parere sul Popolo del Sud.

Giuseppe Vozza

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