Da bozza sta per cambiare il loro profilo professionale e nasce anche una nuova figura di Oss con una “formazione complementare”

Operatori socio sanitari. Cambia il loro profilo professionale e nasce anche una nuova figura di Oss con una “formazione complementare”

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È quanto previsto da due provvedimenti predisposti dal Ministero della Salute, ancora in bozza, ma che potrebbero arrrivare presto sul tavolo della Stato-Regioni. Nel primo si ridefinisce il profilo professionale dell’Operatore socio sanitario così come lo conosciamo, nel secondo si individua invece una nuova figura professionale, per ora definita “XX” che rispetto all’Oss avrà una formazione complementare. I DUE PROVVEDIMENTI IN BOZZA.

Nuovo profilo per l’Oss, l’operatore socio sanitario che già conosciamo, e istituzione di una nuova figura professionale frutto di un percorso formativo aggiuntivo a quello base dell’Oss.

Questa la prospettiva di sviluppo per questa figura professionale oggetto di due distinti provvedimenti predisposti dal Ministero della Salute (di cui anticipiamo le bozze) e che potrebbero approdare presto in Conferenza Stato Regioni.

Sulla nuova profilazione professionale dell’Oss in realtà ci si sta lavorando già da quasi un anno, mentre la novità sta nel secondo provvedimento che in bozza istituisce un nuovo profilo professionale (per il momento contrassegnato da una doppia XX) stabilendo che “L’XX è operatore di interesse sanitario di cui all’art. 1, comma 2, della Legge 1° febbraio 2006, n. 43” e che “È un operatore in possesso della qualifica di Operatore socio sanitario che a seguito di un ulteriore percorso formativo consegue la qualifica di XX.”.

Ma cosa farà questa nuova figura? Nel testo della bozza si prevede che esso operi “Nei contesti organizzativi in cui sia stato previsto l’inserimento nel team assistenziale” che “coadiuva gli infermieri assicurando le attività sanitarie identificate nel presente provvedimento, oltre a svolgere le attività proprie del profilo di operatore socio sanitario”.

Inoltre, si legge sempre nella bozza, “L’XX, in rapporto alla gravità clinica dell’assistito e all’organizzazione del contesto, svolge le proprie attività  secondo le indicazioni dell’infermiere e in collaborazione e integrazione con gli altri operatori”, ed “È responsabile della correttezza dell’attività svolta”.

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Per diventare un operatore “XX”, il provvedimento prevede uno specifico percorso formativo cui si può accedere solo se si ha già la qualifica di Oss o titoli equipollenti, ai sensi della normativa vigente. Il candidato dovrà comunque essere in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado di durata quinquennale o di altro titolo di studio conseguito all’estero ed esperienza professionale come operatore socio-sanitario di almeno 24 mesi.

Il nuovo corso di formazione avrà una durata complessiva non inferiore a 500 ore, da svolgersi in un periodo di tempo non inferiore a 6 mesi e non superiore a 12 mesi e sarà strutturato in moduli didattici teorici di almeno 200 ore, tirocinio di minimo 280 ore, e almeno 20 ore di esercitazioni/simulazioni.

La bozza prevede poi che “l’attestato di Operatore socio sanitario con formazione complementare in assistenza sanitaria, acquisito ai sensi del previgente Accordo stipulato in Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano il 16 gennaio 2003, è equipollente alla qualifica acquisita ai sensi del presente Accordo, purché l’operatore sia in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado”.

Per quanto riguarda invece il nuovo profilo dell’Oss, come dicevamo, il provvedimento ora di nuovo all’esame delle Regioni ricalca quello anticipato a giungo 2022 e in sostanza prevede che “l’operatore socio-sanitario è l’operatore che svolge attività finalizzate a soddisfare i bisogni primari e favorire il benessere e l’autonomia delle persone assistite in ambito sanitario, socio-sanitario e sociale” e che “l’operatore socio-sanitario svolge la propria attività in collaborazione con il professionista sanitario o sociale di riferimento, e in integrazione con gli altri operatori sanitari e sociali”

Il provvedimento sancisce che gli ambiti di competenza del nuovo Oss si articolano “in abilità minime e conoscenze essenziali: 👇

Il provvedimento sancisce che gli ambiti di competenza del nuovo Oss si articolano “in abilità minime e conoscenze essenziali:

– Aiutare la persona assistita nel soddisfacimento dei bisogni di base e alla vita quotidiana

– Assicurare igiene, sicurezza e comfort degli ambienti di vita e di cura della persona

– Svolgere attività di assistenza alla persona a carattere sanitario e socio-assistenziale

– Svolgere attività finalizzate all’integrazione con altri operatori e al lavoro in team”.

Gli ambiti professionali
Il nuovo operatore socio-sanitario opererà nei contesti sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali, presso i servizi e le strutture ospedaliere e distrettuali, territoriali, residenziali, semi-residenziali, presso le strutture scolastiche, le strutture penitenziarie, a domicilio dell’assistito nonché presso ulteriori contesti che in ragione dell’evoluzione delle organizzazioni e delle necessità assistenziali potranno necessitare della presenza dell’operatore socio-sanitario.

fonte Quotidiano sanità

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