Sono stati analizzati circa 170.000 soggetti, tutti senza malattie cardiometaboliche, che consumavano fino a tre tazze di caffè al giorno e circa 190.000 che consumavano tè e caffè. E’ emerso che chi consuma 200-300 milligrammi di caffeina al giorno (tre tazze di caffè), abbassa il rischio di sindrome metabolica rispetto a chi ne beve 100 milligrammi al giorno. Anche altri studi hanno cancellato il pregiudizio del caffè proibito per chi soffre di pressione alta. Non bisogna infatti concentrarsi sulla caffeina esclusivamente, ma anche sulle diverse molecole bioattive presenti
nel caffè, con potere protettivo sul cuore. Il consumo di caffè è radicato nei nostri costumi alimentari, che si esprimono mediante la tipica dieta mediterranea. L’assunzione moderata di caffè, come indicato dall’ EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) in relazione al parere sulla sicurezza della caffeina, è dunque associata nella letteratura scientifica a importanti benefici fisiologici e può essere inserita in una dieta sana e di uno stile di vita attivo.
Dott.ssa Caterina Feola
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