Maria Abbate, quando la vita diventa romanzo. Bellissima presentazione alla Mondadori di Santa Maria Capua Vetere di Giuseppe Papale

È bello quando vedi una giovane donna avere la passione per la scrittura. Diplomata in Scienze Umane, la ventiquattrenne Maria Abbate è già al suo secondo romanzo, "La vacanza Estiva" edito da Nomadistad", presentato ieri alla Mondadori Bookstore - Santa Maria Capua Vetere diretta magistralmente da Giuseppe Munno

Eppure il filo conduttore dello scrivere di Maria Abbate non è inventare in toto ma partire dalle esperienze che ha vissuto, proprio come la sua scrittrice più amata la Austen. Andiamo in ordine. Il primo libro della scrittrice è “Funke. Una scintilla nel cuore” edito dalla stessa casa editrice nel 2020 dove ad essere descritto è il rapporto d’amicizia di Amira sia con Nico che con il cavallo Funke, partendo dalle esperienze di equitazione della Abbate. Rispetto al primo romanzo, i protagonisti sono molti di più.
Sala gremita di gente ieri al The Open Space della Mondadori, giovani, parenti, docenti, formatori e una emozionatissima madre. L’incontro è stato moderato da Giuseppe Munno che ha guidato tutti noi nei punti chiave del romanzo. Come ha dichiarato il Direttore della Mondadori:
《 È un libro ricco di punti di riflessione e tematiche solo apparentemente poco importanti.》
Infatti, come ha dichiarato la scrittrice, in risposta alla domanda sul perchè le piace scrivere:
《Il mio sogno è di scrivere e pubblicare. A me piace creare con la penna e sfogare nella scrittura i miei stati d’animo. Quando produco una storia, infatti, mi piace far accadere ciò che voglio rispetto alla vita. Spesso la vita ci delude negli affetti e nella vita quotidiana o ci stravolge i nostri piani. Ecco, invece, nei mei romanzi sono io che guido la vita dei miei personaggi. Le mie storie partona da un episodio che è accaduto e ci tesso la storia intorno.》
Parliamo ora del romanzo breve, “La vacanza estiva”, un titolo semplice ma foriero di tante situazioni. La copertina è bellissima: una pietra levigata che si affaccia al mare in lontananza, in cui si riflette un cielo blu. La pietra simbolegga la partenza, la certezza di essere chi si è, con i proprio comportamenti e relazioni affertive; il mare, invece, sbiadito, rappresenta l’ignoto, dove tutto può cambiare ed anche i sentimenti possono essere dilavati. Ogni capitolo ha un titolo, può essere letto come un momento della storia riguardante o un singolo personaggio o il filo conduttore che piano piano fa dipanare la trama.

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Il viaggio di queste sette ragazzi è sia reale che metaforico e come ha spiegato l’Abbate:
《 il viaggio permette grazie all’amicizia di superare le proprie difficoltà e problematiche affettive. Sono sette comportamenti diversi alla ricerca di una propria dimensione, sia a livello amicale che affettivo.》
Il tema trattato è l’amore giovanile, quella magia che ci pervade in diversi modi, tanto che nel libro c’è proprio un brano dedicato ad esso. L’amore è reale, vissuto ma a volte non va oltre e non diviene collante di coppia. Abbiamo tre coppie ed un singolo, Guvo. Cosa accadrà alle coppie? Non ve lo svelo. Torniamo al romanzo. Un altro elemento simbolico è il camper, un sorta di fuga dalla normalità per andare oltre il conosciuto e scoprire lati di se stessi diversi.
A livello stilistico abbiamo un lessico semplice, attento, diretto, i nomi diminutivi, come Guvo per Gustavo, servono a calarsi nella realtà giovanile contemporanea. I luoghi descritti minuziosamente non sono mai stati visitati dalla scrittrice, che ha invece ricercato i posti dove far muovere i soggetti, farli divertire e far fare loro scelte importanti.
Un romanzo che va assolutamente letto, per fare anche noi un viaggio emozionale – introspettivo.

Articolo e foto di Giuseppe Papale

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