Marcianise-Démos chiede all’ass. Golino un confronto sulle tematiche emerse nel convegno sull’Autismo
Il laboratorio politico-culturale Démos ha protocollato, via pec, al comune di Marcianise, un documento con delle proposte sul tema "autismo", argomento trattato in un convegno pubblico svoltosi al Palazzo della Cultura nel mese di giugno.
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A tale evento era presente l’assessore alle politiche sociali, Antonio Golino, il quale aveva assicurato l’impegno dell’intera amministrazione comunale, rispetto alle diverse proposte emerse in quella circostanza.
Di seguito alleghiamo copia del documento protocollato.👇
L’associazione Démos lamenta con rammarico i rinnovati ritardi nell’espletamento del diritto all’assistenza specialistica a scuola. Consapevoli della vostra assenza per un determinato periodo di tempo dall‘ incarico ricoperto, teniamo a precisare che il nostro rammarico è rivolto all’intera gestione comunale, che non ha ottemperato all’ impegno espresso pubblicamente durante il convegno “Autismo: Costruiamo il futuro sulla strada dei Diritti”. Tuttavia confidiamo in una risoluzione, la più tempestiva possibile, ad essere sinceri, non solo per il problema sopracitato, ma anche in riferimento ad ulteriori tematiche importanti circa la disabilità, intesa nel suo ampio spettro e non esclusivamente riferita all’autismo. Il laboratorio politico-culturale Démos ha già affermato la sua posizione e la convinzione che la sola assistenza medico-sanitaria, sulla quale ci sarebbe tanto da dire e fare, è insufficiente a garantire una crescita e un miglioramento reale, se non è affiancata da percorsi atti a garantire la partecipazione delle persone con disabilità in tutte le aree della vita sociale, promulgando una “presa in carico globale“ del soggetto diversamente abile, come imprescindibile garanzia per il raggiungimento di una migliore qualità di vita. Incoraggiare lo sviluppo delle capacità di socializzazione è un elemento indispensabile. L’interesse verso la disabilità, verso i bimbi – ragazzi diversamente abili, non può essere solo sanitaria, non deve essere relegata solo all’ ambito familiare, e nemmeno dei soli servizi sociali.
Bisogna porre l’intera cittadinanza nella condizione di conoscere il problema, un problema in netto incremento nella fattispecie dei DSA, e di mettere tutti nella posizione di saper lottare per i diritti non ancora raggiunti, per una integrazione veritiera e per sviluppare le condizioni utili, affinché nel confronto con la diversità, in tutte le parti coinvolte, possa verificarsi un effettivo arricchimento personale, etico morale e, ultimo ma non per importanza, culturale. Se da una parte è determinante lo sviluppo di abilità sociali, dall’ altra c’è l’esigenza di cambiare l’approccio dei cosiddetti “abili”, per realizzare nuove condizioni e reali cambiamenti culturali, che evitino di percepire la disabilità come una condizione che necessariamente non possa rappresentare una “risorsa” anche nel futuro lavorativo, che è un diritto di tutti. Quanto espresso può realizzarsi solo percorrendo la strada della conoscenza, del confronto reale, di rapporti continuativi con la disabilità, con la diversità; tutto ciò che non si conosce tende a fare paura, ad essere relegato in ambienti piccoli, tende ad essere estromesso, a esser soggetto di pregiudizi che sicuramente aggravano situazioni già enormemente complicate. Gli obiettivi, che auspichiamo vogliate condividere con noi, necessitano di politiche educanti, che mirino alla sinergia tra terzo settore e città.