FRAGILITA’ SOTTO I CAMPI FLEGREI -“Nuovi Mondi – Astronomia e Scienza”

Un recente studio dell’INGV ha messo in luce la presenza di uno strato particolarmente fragile nella crosta terrestre tra 3 e 4 chilometri di profondità sotto i Campi Flegrei.

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Questo orizzonte, costituito da tufi vulcanici più porosi rispetto al substrato calcareo sottostante, funge da serbatoio per fluidi magmatici e vapori. L’accumulo di pressione all’interno di questa “trappola” naturale causa il lento sollevamento del suolo, noto come bradisismo, e innesca sciami sismici di bassa profondità.
Grazie alla tomografia sismica 3D e all’analisi di campioni prelevati da un pozzo profondo circa 3 chilometri, i ricercatori hanno osservato come le onde sismiche rallentino proprio attraversando questa zona, confermando una struttura indebolita. Le simulazioni numeriche suggeriscono che piccoli volumi di magma risaliti dal mantello si arrestino qui, riscaldando ulteriormente le rocce e indebolendole. Quando la pressione supera la resistenza del “coperchio” roccioso, il terreno si deforma e si verificano scosse fino a magnitudo 3–4.

Questa scoperta aiuta a comprendere meglio il comportamento del sistema flegreo, uno dei più sorvegliati al mondo per il suo potenziale vulcanico. Conoscere l’esatta profondità e le proprietà meccaniche dello strato fragile permette di interpretare con maggiore precisione i segnali di deformazione del suolo e le variazioni di velocità sismica osservate dai monitor. Sebbene non offra una previsione a breve termine di eventuali eruzioni, il nuovo modello arricchisce il quadro conoscitivo, migliorando gli strumenti di analisi del rischio e la capacità di risposta in caso di segnali critici.

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