“Direzione Santiago – le emozioni di un Cavaliere” Diciassettesima tappa: da Fonfria a Portomarin

Diciassettesima tappa: da Fonfria a Portomarin
Il quotidiano online News & Social si arricchisce di un'ulteriore rubrica dal titolo : "Direzione Santiago - Le emozioni di un Cavaliere" curata da Vins Tramontano, pellegrino Commendatore dell'Ordine del Cammino di Santiago.
Vins Tramontano ci racconterà del suo cammino per raggiungere Santiago de Compostela (Spagna), vivremo questa sua esperienza attraverso le sue emozioni e la narrazione delle tappe

Clicca sull'immagine e visita la pagina facebook prepara con noi il tuo concorso

Diciassettesima tappa: da Fonfria a Portomarin

Portomarin Uscii in orario comodo dall’albergue, Fonfria alle 6:30 era avvolta dalla nebbia e dal fresco, tanto che presi il giacchetto tecnico dallo zaino, leg-gero ma che protegge dal freddo e dalla pioggia. Camminai su un sentiero sterrato mentre attraversavo paesaggi agresti, caratterizzati in modo alterno da fitti boschi e da vasti campi aperti, ai margini del sentiero mi attirò una grande e tenerissima lumaca, uno spettacolo a vedersi, bella, la raccolsi e decisi di portarla con me, l’adagiai sul bastone e mentre lei girava, io rotolavo il bastone, la chiamai carolina. La foschia mi accompagnò lungo la discesa fino a Triacastela, mi ricordo di aver letto che il clima in Galizia, era molto umido, ed erano abbastanza frequenti le formazioni di foschie in tutte le stagioni. Triacastela era una di quelle cittadine carine, con dei vicoli sui quali si affacciano i bar e i tavolini e un pò di vita, ne Mentre consumavo lo snack, trovai singolare l’esistenza di un centro di approfittai per la prima pausa, fisioterapia nella via principale del piccolo paese, a vederlo mi diede l’impressione di una struttura molto professionale e ben organizzata. Mi venne da sorridere quando un signore mi disse che molti pellegrini lo prendono d’assalto, ne approfittano per farsi rimettere a posto le parti del corpo “acciaccate” per via del lungo camminare. Poi proseguii, attraversai tratti di cammino circondati da querce verdeggianti, prima in pianura e poi con pendii impegnativi, sempre ben segnalati con le frecce gialle. Camminavo spensierato e seguivo la lumaca carolina attaccata al bastone ed io che lo giravo, ad un tratto sentii una voce di donna che urlava “Peregrino, adónde vas, el camino no esta aqui”. Si avvicinò e lo ridisse, io meravigliato gli chiesi: “Donde esta el camino?” Mi indicò con la mano la strada che avevo fatto e aggiunse: “Más alto, debe girar a la derecha”, la ringraziai e ritornai sui miei passi. Fu la prova alla mia sensazione, la gentilezza e la cordialità delle persone lungo il cammino, i pellegrini attraversano la loro terra e loro sono felici di essere parte del cammino. Dopo circa due chilometri arrivai al punto dove mi era sfuggito il segnale, che avrei dovuto cambiare direzione.
Capi che mi ero distratto giocando con carolina… 👇

Capì  che mi ero distratto giocando con carolina, allora decisi, feci una foto con l’innocente lumacona e l’adagiai sul masso che non avevo visto. Ripresi la discesa, che mi agevolo l’arrivo a Sarria, uno dei paesi più famosi del Cammino Francese, per essere il punto di partenza dei famosi 100 chilometri, mi addentrai chiesi dove fosse un ufficio Correos, fortunatamente ci stavo vicino, feci il pacchettino a Pedro, chiudendo il capitolo orologio. Un tratto ancora di cammino, tra muri di pietra e di castagno, e raggiunsi il punto di riferimento dei 100 chilometri a Santiago, coronato di pietre e segnato da graffiti. Superare il ceppo dei 100 chilometri fece scattare in me il desiderio di un altro cammino, eppure mi chiedevo: ancora non concludo questo, come posso gia pensare ad un altro? Un altro percorso, un’altra sfida e la stessa sensazione di soddisfazione alla fine. Sarà che all’inizio del viaggio ero molto emozionato, pieno di forza e di aspettative per capire il vero significato del cammino, nei giorni successivi, immergendomi in questa esperienza ho cominciato a realizzare che era piu di quello che avevo pensato, era piu di quanto avevo desiderato, che mi stava dando piu di quanto mi sarei aspettato, sentivo che non mi sarebbe bastato solo un cammino, desideravo fare del cammino la mia vita. Avevo già letto di questa voglia, che prende un po a tutti, che alla fine del percorso rimane la voglia di continuare con un nuovo cammino. Adesso si che riesco a capire perché si ritorna sul cammino? Una discesa improvvisa mi portò fino al fiume Miño, da cui si intravedeva Portomarín, con le sue facciate bianche e i suoi tetti grigi, attraversai il ponte, lungo più di 350 metri, e mi trovai all’ingresso delle arcate dell’antico ponte romano medievale, ricostruito per innalzare una scala che collocasse una piccola cappella, la sali e attraverso di essa raggiunsi il centro. Per la prima volta non trovai posto in un albergue, non ne feci un problema, avevo già visto un alberghetto poco prima, ci ritornai e mi sistemai notte, con una differenza di appena 5 euro. per la In questi giorni ho notato, attraverso la confidenza di altri pellegrini, che le strutture ricettive hanno costi non di poco simili agli albergue, bisognariconoscere che è strategia di mercato che se da un lato favorisce i pellegrini Feci un veloce tour nella piccola cittadina, molto carina e ordinata, con dall’altro muove un mercato diversamente fermo. fioriere su marciapiedi e pavimentazione di lusso. Segui una visita alla chiesa di San Nicolás, e considerato il freschetto che faceva rientrai per la cena. Alle ventuno, complice la stanchezza della giornata, andai a letto….e come diceva mia nonna “Il letto si chiama rosa, se non si dorme si riposa”

Articolo e foto a cura di Vins Tramontano

Articolo e foto soggetti a copyright . Riproduzione riservata

A seguire galleria foto della diciassettesima tappa 👇

Clicca sull'immagine e visita il gruppo facebook Direzione...Santiago

Related Posts

Lascia un commento