basso. Nonostante l’importanza di questi controlli, che possono salvare vite, la risposta della popolazione è molto inferiore rispetto ad altre regioni italiane. Nel 2023, per lo screening del tumore della cervice uterina, su 416.294 donne invitate hanno risposto solo in 103.389, pari al 27,8%. In confronto, in Toscana hanno aderito il 53% delle donne invitate. Ancora più marcata la differenza per lo screening mammografico: su 328.766 inviti, hanno risposto 100.025 donne, cioè appena il 33,6%, contro il 70,8% registrato in Toscana. Infine, per lo screening del tumore del colon-retto, su 476.079 persone invitate in Campania hanno aderito solo in 92.423, pari al 20,3%, mentre in Toscana la partecipazione ha superato il 42%. Molti cittadini preferiscono ricorrere agli screening in ambito privato, spinti dal desiderio di evitare attese o di affidarsi a medici di maggior fiducia. Tuttavia, ciò genera due problemi rilevanti: da un lato, i casi positivi non vengono registrati dalle statistiche pubbliche, e dall’altro si rinuncia a utilizzare un servizio gratuito già finanziato con le tasse di tutti.